A trent’anni esatti dalla scomparsa del grande artista americano, Palazzo Ducale dedica una grande retrospettiva ad Andy Warhol (Pittsurgh, 6 agosto 1928 – New York, 22 febbraio 1987).
La mostra presenta circa 170 opere tra tele, prints, disegni, polaroid, sculture, oggetti, provenienti da collezioni private, musei e fondazioni pubbliche e private italiane e straniere.
Il percorso tematico si sviluppa intorno a sei linee conduttrici: il disegno, le icone, le polaroid, i ritratti, Andy Warhol e l’Italia, e infine il cinema e copre l’intero arco dell’attività dell’artista più famoso e popolare del secolo scorso.
Con lui si apre l’epoca dell’arte contemporanea, così come ancora la intendiamo oggi. Se nel calendario della musica pop c’è un ante e un post Beatles, l’unico fenomeno culturale e mediatico degli anni Sessanta in grado di rivaleggiare con Warhol, allo stesso modo in quello dell’arte dobbiamo parlare di un “Before Andy” e di un “After Andy”.
In mostra alcuni straordinari disegni preparatori che anticipano dipinti famosi come il Dollaro o il Mao; le celeberrime icone di Marilyn, qui presente sia nella serigrafia del 1967 sia nella tela Four Marilyn, della Campbell Soup e delle Brillo Boxes; i ritratti di volti noti come Man Ray, Liza Minnelli, Mick Jagger, Miguel Bosè e di alcuni importanti personaggi italiani: Gianni Agnelli, Giorgio Armani e Sandro Chia.
Un’intera sezione è poi dedicata alle polaroid, tanto importante e utilizzata da Andy Warhol per immortalare celebrities, amici, star e starlett e di cui si presentano oltre 90 pezzi.
Un’interessante selezione di alcuni film e delle apparizioni televisive che hanno segnato la storia della pop art permettono inoltre di approfondire un altro fondamentale aspetto dell’estetica warholiana, quello appunto legato alla comunicazione.